
Wood*ing Wild Food Lab è un vero e proprio laboratorio scientifico dedicato alla catalogazione del cibo selvatico (erbe selvatiche, frutta, funghi, alghe, bacche e molto altro), principalmente di origine vegetale, presente sul pianeta da un punto di vista chimico e nutrizionale. Non operiamo solo in Italia, ma collaboriamo anche con numerose realtà internazionali, come l'Università UC Davis in California, che ha un dipartimento che studia specificamente questo argomento.
Promuoviamo inoltre la cultura del cibo selvatico in vari modi, a partire dalla formazione, sia amatoriale che professionale. Attraverso consulenze, sviluppiamo prodotti a basso impatto ambientale, non solo tradizionali ma anche edibili, come le cosiddette food forest.
Abbiamo anche molti progetti istituzionali che diffondono la cultura del cibo selvatico e del foraging—l'arte di raccogliere cibo selvatico—cercando, talvolta, di ristabilire il rapporto sinergico tra l'uomo e la foresta, contestualizzandolo nel tempo.
Ad esempio, abbiamo il progetto "Thinking like a Forest", condiviso con ERSAF e localizzato nelle foreste certificate della Lombardia. L'obiettivo è recuperare aree agricole abbandonate, spesso in regioni montuose (ex alpeggi), e allo stesso tempo formare i giovani di quelle aree sul foraging, trasmettendo loro il valore della sinergia uomo-foresta. L'abbandono delle aree agricole, come gli alpeggi, causa gravi danni culturali ed ecologici, portando alla perdita di biodiversità in un habitat semi-antropizzato a causa del fenomeno della "discesa del bosco".
In questi casi, dopo aver ripulito l'alpeggio, reimpiantiamo da seme selvatico le stesse piante che vi crescevano prima dell'abbandono, aiutando la biodiversità a ritornare a uno stato vicino a quello originario.
Abbiamo insegnato foraging sei ore a settimana in una scuola agraria e alberghiera per un intero anno, e i risultati sono stati sorprendenti: una grande parte degli studenti, che statisticamente avrebbero lasciato i loro territori, ha imparato a vedere l'ambiente circostante come una risorsa, creando attività imprenditoriali che hanno riattivato il tessuto socio-economico e turistico dell'area, rispettando pienamente l'ambiente.
In sintesi, ciò che vogliamo comunicare è che la foresta non è solo "legno" o "passeggiate", ma una fonte infinita di cultura e risorse. È fondamentale che l'uomo recuperi un rapporto sinergico con essa, smettendo di vedere le sfere "naturale" e "umana" come separate.
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