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Ingredienti Selvatici vs Ingredienti coltivati


Carota Selvatica

I vegetali selvatici sono predecessori di quelli coltivati. Come siamo arrivati ai vegetali coltivati e perché, se intorno a noi c’è così tanto cibo disponibile?


La selezione dei semi compiuta dall’uomo nei secoli ha portato a ottenere dei vegetali che hanno caratteristi- che diverse da quelli selvatici, volte a facilitarne il consumo e la vendita: le piante coltivate hanno frutti e foglie più grandi, che possono essere raccolti e conservati più facilmente; sono più produttive o producono solo in certi periodi dell’anno; hanno frutti più belli e attraenti, e possono essere gestite nei sistemi di agricoltura intensiva ed estensiva.


Durante questa selezione, attenta agli aspetti economici del sistema del cibo, ci siamo però dimenticati di mantenere intatte le molte proprietà dei cibi selvatici, sia dal punto di vista organolettico sia rispetto ai principi attivi e ai nutrienti. Per esempio, molto spesso ci accorgiamo di quanto sia intenso il sapore dei vegetali selvatici.


Avete mai provato una Daucus carota? La carota selvatica, o meglio la radice a fittone di questa pianta, è di colore bianco (questo vegetale è stato reso arancione per onorare la dinastia olandese degli Orange) ed è molto più piccola e sottile, con una forma irregolare e meno attraente esteticamente; ha un sapore così forte da sembrare quasi ostile, abituati come siamo a quello delle carote acquistate al supermercato, che sanno di acqua zuccherata con un leggero profumo di carota e niente di più.


Allo stesso modo, le fragole selvatiche sono più piccole, più bruttine, sono più morbide e si schiacciano facilmente, ma che esperienza appagante è assaporarne una appena colta, inebriante nel gusto e nel profumo?

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